Loghi e marchi green: quanto sono affidabili? | Altroconsumo

2023-01-05 16:25:36 By : Ms. Lane Zou

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Alimentazione: quanto le tue abitudini impattano sull'ambiente?

Tra i marchi verdi che riscuotono più fiducia tra i consumatori ce ne sono alcuni poco utili all’ambiente. Lo rivela la nostra inchiesta statistica, che ha coinvolto oltre mille persone.

L’ecologia guida sempre di più le scelte dei consumatori. Lo conferma la nostra indagine statistica che ha coinvolto 1.102 persone, il 63% delle quali ritiene sia molto importante avere comportamenti ecosostenibili. Se a questo dato si somma l’ulteriore 33% di chi li ritiene comunque di una certa importanza, si arriva al 96%: in definitiva, quasi tutti ormai sanno che non è più tempo di indugi.

Non che cambiare stile di vita in chiave green sia semplice, tuttavia è un impegno con il quale si misura la stragrande maggioranza degli intervistati. Se il 41% dichiara di essere molto impegnato con azioni concrete, un ulteriore 50% ritiene comunque di fare abbastanza. Per contro, solo una piccola percentuale del campione pensa di fare poco o nulla per l’ambiente. Informarsi è il presupposto fondamentale per imparare a discernere i prodotti e i servizi davvero green da quelli che invece non lo sono. Per la maggior parte degli intervistati infatti è diventata un’abitudine controllare le informazioni sull’impatto ambientale di ciò che acquistano. Lo fa il più delle volte o addirittura sempre il 56%. Una sensibilità che la pandemia da Covid 19 ha certamente accentuato, almeno questo è quello che ha sperimentato un intervistato su quattro.

Il 33% di coloro che si dicono in grado di distinguere tra dichiarazioni e slogan green veritieri e falsi (il 65% degli intervistati sostiene di esserne capace) ha notato pratiche di greenwashing acquistando determinati prodotti o servizi nell’ultimo anno. Affinché possa risultare comprensibile ai consumatori quali prodotti sono veramente rispettosi dell’ambiente, la ricetta che si ricava dalle risposte raccolte nel corso della nostra indagine ruota principalmente attorno a tre ingredienti: su ogni prodotto deve essere indicato qual è il suo impatto ambientale (lo vuole il 76% dei rispondenti); le informazioni a questo proposito devono essere standardizzate, facilmente comprensibili e non lasciate all’immaginazione dei produttori (71%); le aziende che mentono sull’ecosostenibilità dei loro prodotti devono essere severamente sanzionate (82%).

Queste richieste rispecchiano convinzioni molto diffuse tra i cittadini, come quella secondo cui i marchi e le promesse verdi siano soprattutto una strategia di marketing (50%). Oltre la metà degli intervistati (52%) trova poco chiari i loghi e gli slogan green e ben il 45% pensa che servano più che altro a far lievitare i prezzi dei prodotti che li riportano. Questo però non significa che i consumatori non siano disposti a pagare di più per prodotti che hanno davvero un impatto ambientale minore e che riportano affermazioni green verificate: il 48% è d’accordo. Anche se, va detto, rimane uno zoccolo duro di persone (20%) che invece non intendono spendere di più.

Quali sono i claim più notati e apprezzati dai consumatori? Al primo posto troviamo "biodegradabile" tra coloro che lo riconoscono (81% degli intervistati) sono il 49% quelli che lo considerano affidabile. Forse a torto, visto che biodegradabile non è un sinonimo di compostabile, come spesso si crede. Molti prodotti che si definiscono biodegradabili - articoli per l’igiene personale o per la casa, stoviglie monouso o prodotti per animali - non sono compostabili né si degradano in natura, e devono essere opportunamente smaltiti con processi industriali che producono emissioni inquinanti. Molto noto è anche il claim "bio", lo riconoscono otto intervistati su dieci, ma tra questi lo considerano degno di fiducia solo il 36%. Tra i claim ai quali si fa più affidamento incontriamo "risparmio energetico" (lo notano il 74%, ma tra questi ne ha fiducia il 42%) e "da fonti rinnovabili" (rispettivamente 71% e 42%). Gettonati anche i claim "riciclabile" e "prodotto con materiali riciclati" (riconosciuti dal 67% dei partecipanti e considerati affidabili dal 37% di questi).

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Ecco qual è il grado di conoscenza e apprezzamento di alcuni tra i loghi più comuni che si possono trovare sugli scaffali.

COS’È Schema di sostenibilità dell’industria della detergenza: prevede obiettivi graduali per la riduzione di risorse, di energia e di rifiuti, in tutta la filiera dei detersivi.

COS’È Logo che afferma l’assenza di bisfenolo A (una sostanza chimica industriale presente in alcune plastiche e resine). Il logo si trova perlopiù su contenitori di alimenti e bevande. INCHIESTA Lo ha notato 31% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 89% Si fida (tra chi sa cos’è) 43%

COS’È È un simbolo che riguarda la riciclabilità degli imballaggi. Si tratta di un’autodichiarazione del produttore, esclusivamente basata sulla sua correttezza, visto che non è convalidata da terzi. 

INCHIESTA Lo ha notato 56% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 86% Si fida (tra chi sa cos’è) 48%

COS’È Identifica i prodotti che, rispetto a prodotti analoghi, hanno un minore impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita. Si trova su detergenti, cosmetici, tessili, imballaggi. INCHIESTA Lo ha notato 41% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 77% Si fida (tra chi sa cos’è) 41%

COS’È Programma di certificazione americano che ha l’obiettivo di attestare bassi consumi elettrici per le apparecchiature elettriche, informatiche e l’illuminazione. INCHIESTA Lo ha notato 41% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 78% Si fida (tra chi sa cos’è) 37%

COS’È Marchio di certificazione del commercio equo e solidale, per migliorare la condizione dei lavoratori dei Paesi in via di sviluppo, grazie al rispetto di determinati standard etici. INCHIESTA Lo ha notato 26% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 84% Si fida (tra chi sa cos’è) 38%

COS’È Ong internazionale che certifica i prodotti di carta, legno e forestali non legnosi (funghi, miele, gomme...) provenienti da foreste correttamente gestite. INCHIESTA Lo ha notato 36% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 83% Si fida (tra chi sa cos’è) 46%

COS’È Standard internazionale per la produzione sostenibile di indumenti e prodotti tessili, che devono essere realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica. INCHIESTA Lo ha notato 25% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 79% Si fida (tra chi sa cos’è) 37%

COS’È Può comparire solo sui prodotti che sono stati certificati come bio (cioè provenienti da agricoltura biologica) da un organismo di controllo autorizzato. INCHIESTA Lo ha notato 38% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 76% Si fida (tra chi sa cos’è) 37%

COS’È Certificazione che garantisce che i prodotti della pesca siano stati catturati con metodi responsabili, nel rispetto della popolazione ittica e dell’intero ecosistema marino. INCHIESTA Lo ha notato 31% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 87% Si fida (tra chi sa cos’è) 48%

COS’È Marchio di sicurezza chimica dei prodotti tessili. L’obiettivo della certificazione è ridurre l’impatto ambientale della produzione tessile e del cuoio. INCHIESTA Lo ha notato 24% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 82% Si fida (tra chi sa cos’è) 43%

COS’È Si può trovare sui prodotti alimentari. È il principale standard di sostenibilità dell’olio di palma, per minimizzare gli impatti ambientali e sociali derivanti dalla sua coltivazione. INCHIESTA Lo ha notato 17% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 84% Si fida (tra chi sa cos’è) 29%

COS’È Marchio che certifica prodotti alimentari realizzati senza l’utilizzo di prodotti e sottoprodotti di origine animale e senza eseguire test sugli animali in alcuna fase. INCHIESTA Lo ha notato 38% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 87% Si fida (tra chi sa cos’è) 46%

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INCHIESTA Lo ha notato 56% Sa cos’è (tra chi lo ha notato) 86% Si fida (tra chi sa cos’è) 48%

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